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MARK WAID: SU DAREDEVIL LO SCRITTORE METTE A SEGNO UN RISPETTABILE RECORD, CONVINCENDO PUBBLICO, CRITICA ED ESPERTI

Particolare da una copertina di Daredevil 


Tra un rilancio e l'altro, la (presunta) dipartita di un eroe e l'ennesimo mega-evento destinato a sconvolgere l'universo narrativo di turno, mi era completamente sfuggita una di quelle notizie decisamente minori ma non per questo trascurabili. Mark Waid, autore che non ha bisogno di presentazioni, grazie alla sua pluripremiata gestione di Daredevil ha messo a segno un record che davvero passerà agli annali: è l'autore, infatti, che ha scritto più storie consecutive de l'uomo senza paura.

A farlo notare è lo stesso scrittore che, attraverso il suo account twitter, scrive:

"Con mia grande sorpresa, ho scoperto di essere l'autore che ha realizzato la più lunga serie di episodi consecutivi di Daredevil, più di qualsiasi scrittore e artista tra quelli che mi hanno preceduto"

Un record davvero invidiabile che attesta la buona riuscita del tentativo compiuto dalla Marvel di rinnovare un personaggio splendidamente caratterizzato da Frank Miller (e dai suoi, numerosi e abilissimi successori) ma che, alla lunga, aveva cominciato a soffrire dello schema ripetitivo delle storie e ambientazioni che da oltre un trentennio ne caratterizzavano le vicende.

Al di là, infatti, del record e del suo effimero valore puramente statistico, la gestione del personaggio di Mark Waid (e Chris Samnee) sta ottenendo un grosso riscontro di critica (sebbene la versione in albetti non stia brillando per prestazioni al box office) e altrettanta attenzione mediatica. Un'attenzione destinata ad aumentare ora che i Marvel Studios e Netflix hanno messo in produzione la serie TV dedicata al diavolo rosso. Una serie che, considerato l'alto livello delle produzioni targate Netflix, parte con i migliori auspici e con la benedizione di Mark Waid che, in proposito ha dichiarato: "apprezzo più l'idea che Daredevil sia protagonista di uno show televisivo che non di un film - sono convinto che si tratta di un personaggio adattissimo per una serie TV adulta di genere crime, soprattutto adesso che abbiamo definito il ruolo di Matt e Foggy come consiglieri di coloro che decidono, per un qualsiasi motivo, di rappresentarsi da soli davanti a una corte."

prima immagine di Daredevil in azione nel suo
show televisivo

In attesa che lo show televisivo faccia da cassa di risonanza sul personaggio e sulla serie (e soprattutto sulla sua attuale ottima qualità) a parlarne e a farne parlare ci pensa la rivista on-line Psychology Today; la webzine ha recentemente dedicato un lungo articolo alla serie per segnalare la capacità del team creativo di affrontare e trattare con efficacia un argomento delicato come la depressione post-parto.

Copertina di Daredevil #7
albo analizzato dalla webzine
Psychology Today
Nel numero sette della seconda serie di Daredevil (quella attualmente in corso di pubblicazione da parte della Panini Comics), nell'ambito della saga-evento Original Sin, Mark Waid racconta un retroscena mai narrato prima delle origini di Matt Murdock, rivelando per la prima volta ai lettori le motivazioni che spinsero la madre dell'alter ego del supereroe a lasciare la famiglia e diventare suor Maggie: soffriva di depressione post-parto e sentiva di dover fuggire prima di commettere una follia e fare del male al nascituro. Per valutare come questo argomento sia stato trattato nel fumetto Mark D. White, l'estensore dell'articolo, ha chiesto alla psicologa specializzata Lauren Hale di leggere l'albo e di fornire il suo parere, e il responso è stato decisamente sorprendente.

"Troppo spesso" scrive la psicologa "le malattie mentali vengono utilizzate nella cultura pop, in genere vengono descritte in situazioni estreme. Spesso il sensazionalismo, utilizzato per fare breccia nel cuore e nella testa del lettore, prende il sopravvento sul realismo. La verità è che questo sensazionalismo produce un vero disservizio a coloro che si trovano a dover convivere con la realtà delle malattie mentali e che sono costretti a doverle affrontare quotidianamente. Su Daredevil #7 scopriamo perché la madre del protagonista lo ha abbandonato quando era in fasce. Mark Waid e i suoi collaboratori identificano la causa nella depressione post-parto e disturbi conseguenti ad ansia".  Quando ha scoperto che Waid si era imbarcato in questa difficile impresa, ha continuato la psicologa, si è preparata al peggio, temendo che lo scrittore avrebbe potuto mettere in cattiva luce la donna, trascurandone la psicologia e le difficoltà e menzionandola solo come personaggio negativo che ha lasciato il figlio in un momento di difficoltà e non come una donna bisognosa di aiuto. Così non è stato "Waid e soci, tuttavia, hanno raccontato la storia nel migliore dei modi. Infatti, lo hanno fatto talmente bene che voglio comprare una copia di questo fumetto e regalarla a tutti quelli che conosco. Si sono rivolti al centro di Supporto per il Post-parto per avere informazioni. E poi è accaduto qualcosa di straordinario. Le hanno utilizzate nel modo più appropriato. Quando sorella Maggie, la madre di Daredevil, descrive la sua esperienza di neo-mamma le sue parole lasciano il segno. [...] I momenti salienti della sua confessione sono questi: 
- L'impossibilità di parlare con un dottore riguardo la tristezza post-parto e le crisi di ansia senza dover provare almeno un po' di vergogna. 
- La descrizione di come queste sgradevoli sensazioni crescessero dentro di lei alla stregua di un mostro; 
- Esprimendo il senso di colpa avvertito nel fallire a trovare qualcuno che la aiutasse; 
- Come neanche le rassicurazioni del marito riuscissero a farla sentire meglio; 
- La voce che riecheggiava nella sua testa che le ricordava che pessima madre fosse; 
- Le sensazioni di rabbia, gelosia e colpa che la consumavano. 
La scena più agghiacciante dell'intero fumetto è quella in cui Maggie si guarda allo specchio, osservandosi con uno sguardo spaventato. Mi ha riportato al mio post-parto e alle mie ansie. Quella era la mia faccia, i miei occhi, la mia pelle, ma non ero io. Questi disturbi psicologici producono proprio questi effetti: ti devastano dentro e fuori finché non ti trasformi semplicemente nel guscio di una persona [...]. Il momento più bello è quello in cui Maggie si scusa con il figlio per aver fallito con lui, e questi gli risponde: 
"Oh. Fallimento. Giusto. Vuoi dire uscire da una depressione suicida attraverso la fede e trovare la forza per diventare uno strumento del bene su questo pianeta? Dovremmo tutti fallire in maniera così tragica."
[...] La Marvel, poi, colpisce ancora nel segno dedicando l'ultima pagina dell'albo a del materiale informativo inerente l'assistenza a chi soffre di depressione post-parto [...] Grazie di cuore a tutti coloro che sono stati coinvolti in questo progetto. Si tratta di un soffio di aria fresca su un argomento triste, duro e molto complicato". 

Scommettiamo che anche quest'anno la serie del Diavolo Rosso sarà in lizza per un Eisner?


Il Daredevil di Mark Waid (illustrazione di
Skottie Young) capace di affrontare anche le
situazioni più delicate

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