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GIGI SIMEONI RISPONDE ALLE CRITICHE RICEVUTE PER AMORE NERO


Copertina de Le Storie #8 Amore Nero
illustrazione di Aldo Di Gennaro

Sono bastati una decina di giorni dal momento in cui l'ottavo volume de Le Storie (la splendida collana antologica edita dalla Sergio Bonelli Editore) è stato distribuito in edicola, per testare l'indice di gradimento dei lettori. Un indice di gradimento che, a quanto scrive lo stesso Gigi Simeoni, autore sia dei testi che dei disegno dell'albo, sembra essere stato molto discordante (forse anche a dispetto delle fortissime attese per un volume  che giungeva dopo due romanzi molto apprezzati da critica e lettori come Gli Occhi e il Buio e Stria). Il fascino dell'epoca in cui stiamo vivendo è anche quello di azzerare i confini tra autori e appassionati, con la possibilità di creare immediatamente un dialogo tra le parti che sono, così, in grado di confrontarsi e in qualche modo (se c'è la volontà!) di capirsi. E credo che sarà proprio la volontà di spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a raccontare Amore nero e le scelte compiute nel farlo che hanno spinto Gigi Simeoni a parlarne apertamente sulla sua pagina Facebook:

"Sto notando una certa divisione netta, direi manichea, tra i "delusi" e gli "entusiasti" riguardo a Amore Nero. Dico la mia senza alcuna costrizione ma, casomai, in doveroso ossequio a chi comunque si spende per emettere un giudizio, buono o cattivo che sia. 
Può una storia dividere così il pubblico? E perché? 
Secondo me è per la scelta della tematica, che ho raccontato con toni diversi dai "soliti" accenti sensazionalistici coi quali in genere si propone l'horror e il soprannaturale al grande pubblico. Scelta voluta, perché per me il soprannaturale "potrebbe" (il condizionale è d'obbligo) essere qualcosa di molto più vicino alla nostra realtà di quanto non si voglia pensare.
Del resto, è già scientificamente constatato che sentimenti intensi provocano effetti fisici misurabili, talvolta dirompenti: una grave preoccupazione può generare un cancro, una depressione porta alla germinazione di patologie diverse... e un amore (che sfocia in odio e follia) non corrisposto può spingere un uomo a un gesto folle, e (ma qui si deve attuare la famosa "sospensione dell'incredulità") la sua anima inquieta alla ricerca di una Pace negata.
Raccontare queste cose non è né facile, né tantomeno ovvio. Forse, la scelta di usare un risvolto poetico all'insieme ha infastidito chi si aspettava una storia "alla" Dylan Dog che non era "di" Dylan Dog. Ho notato, infatti, che tra "blogger" e "forumisti" conto più supporter tra i primi. Anche questo fatto è curioso, ma me lo spiego con la facilità di uso del mezzo mediatico: impiegare qualcosa di più per fare un'analisi di un'opera e redarre un vero e proprio articolo di critica è quasi un lavoro, arrabbiarsi con due righe di delusione è più semplice. Alcuni forumisti, addirittura, si sono auto copiati-incollati per presenziare in più forum, concedendosi quell'ubiquità virtuale che internet permette ma essendo, alla fine, solo replicati come i Troopers di Guerre Stellari (che erano un pugno e venivano fatti apparire come intere guarnigioni).
In ogni caso, la mia posizione mi richiede di accogliere le loro lecite lamentele e prometto che se in futuro mi verranno in mente storie semplici, lineari, ben spiegate e che non costringono ad uno sforzo cerebrale e cardiaco, le realizzerò per la loro gioia e perché il mio è (in fondo) un mestiere da manovale della carta stampata.
Agli altri, continuerò a dedicare anche storie "diverse" che solletichino qualcosa che sta un po' più in là. Magari, con più pagine a disposizione. Più di questo, non posso fare. Il menù Bonelli è ricco, sempre di più, proprio perché i palati sono tanti e diversi. Un abbraccio affettuoso a tutti, sempre e comunque".
Che le critiche di alcuni lettori siano sin troppo spesso eccessive e fin troppo ingenerose è purtroppo vero, ma se io fossi nei panni dell'autore non me la prenderei troppo a male: Amore nero non è passato inosservato (rischio che si corre quando si lavora per un editore con una produzione vasta come la Sergio Bonelli), anzi ha colpito nel segno e ha sollevato discussioni e polemiche (forse queste ultime non sempre garbate), e in fin dei conti questo è di per se un ottimo risultato. Peccato che per leggere la prossima opera di Simeoni ci toccherà attendere parecchi mesi.

6 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

L'ho letto. La storia è carina ma in certi punti sembra andare troppo in fretta. Non è propriamente colpa del buon Simeoni. Se "Amore Nero" non è all'altezza de "Gli Occhi e il Buio" è semplicemente perché non ha avuto a disposizione le stesse pagine e lo stesso tempo per "respirare".

Gigi Simeoni è un grande autore completo. Il fatto che venga criticato lui, per certe cose, a me fa ridere parecchio.

Adriano Brandolini ha detto...

Ciao, per quel che vale, a me "Amore Nero" è piaciuto molto. Considero Simeoni ottimo sotto tutti gli aspetti, sceneggiatura e disegni.
http://adribrando.blogspot.it/2013/05/vietnam-horror-giallo-e-soprannaturale.html

Comix Factory ha detto...

Ribadisco, secondo me Simeoni viene creato perché ormai ogni sua storia crea grandi aspettative.

Adriano Brandolini ha detto...

creato? cioè? è un refuso?

Comix Factory ha detto...

è un refuso, volevo dire criticato :o)

Anonimo ha detto...

"Amore nero" è davvero una storia scialba. Che c'entrano la poesia, la ricerca di qualcosa di diverso, ecc? E' una storia fiacca, con dialoghi banali e personaggi monodimensionali. Non ha fatto discutere perché è controversa, ha fatto discutere perchè è brutta, evidenza a cui i "simeoniani a tutti i costi" non hanno voluto arrendersi.

Capisco i preconcetti positivi e che "Simeoni è un grande autore completo", ma questa è una storia insalvabile. Non è un caso che i blogger siano stati più clementi dei forumisti. I primi firmano e ci mettono la faccia, per cui hanno interesse a ingraziarsi l'autore (succede così anche con i critici cinematografici), i secondi dicono liberamente quello che pensano. E infatti sui forum l'80 per cento ha giudicato unanimemente "Amore nero" come il primo passo falso della collana "Le Storie". Me compresa.

Cinzia Grossi

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