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IL FUTURO E' VERDE: INTERVISTA A ANDREA SORRENTINO!


Green Arrow
illustrazione di Andrea Sorrentino
per il suo debutto sulla serie dell'arciere

Andrea Sorrentino è uno degli artisti italiani più interessanti tra quelli al lavoro negli USA, e di certo uno tra quelli in maggiore ascesa nelle quotazioni della DC Comics. Dopo un esordio da illustratore, Sorrentino è entrato a far parte tra gli artisti che si sono occupati di rilanciare l'universo DC occupandosi prima delle serie dark I, Vampire e successivamente diventando il disegnatore regolare di Freccia Verde, un personaggio che, grazie al successo della serie TV Arrow, è decisamente sotto i riflettori. Ho parlato di questo, e di altro, con Andrea Sorrentino nel corso di una intervista raccolta per Mega di cui, di seguito, vi propongo il testo integrale.

Mega 189 
Ciao Andrea, benvenuto su Mega. Un vecchio adagio recita che il miglior modo per iniziare una
chiacchierata è partire dalle presentazioni, dunque che ne diresti di presentarti ai nostri lettori?

Ciao Stefano, e un saluto a tutti i lettori di Mega! Dunque, al momento sono il disegnatore ufficiale della serie Green Arrow pubblicata dalla DC Comics negli Stati Uniti (che verrà pubblicata in Italia a partire dal numero 17 dello spillato Justice League). Sono anche stato il disegnatore della serie DC Comics I, Vampire che ha da poco visto la sua pubblicazione anche in terra nostrana e che mi è valsa, l'anno scorso, la vittoria negli "IGN Best of 2012' Awards come 'Best Comic Artist of 2012'. Ho 30 anni e sono un grande e appassionato lettore di fumetti, americani e non!


particolare da una tavola di God Of War

La prima volta che ho letto il tuo nome su un fumetto è stato quando, colpito dalla peculiarità del tratto (e soprattutto della colorazione), ho sfogliato l’albo di esordio della miniserie God of War, adattamento a fumetti, targato Wildstorm, dell’omonimo videogioco. Qual è stato il tuo percorso artistico/lavorativo prima di quell’albo?

Ho frequentato la Scuola di Comix a Napoli e sono laureato in Scenografia all'Accademia di Belle Arti, quindi ho avuto qualche anno di percorso formativo prima di maturare, artisticamente e personalmente, al punto tale da lavorare per editori americani nel mercato fumettistico.

I miei primi lavori sono stati principalmente illustrazioni per case editrici di giochi e giochi di ruolo, prima italiane poi americane. Ho cominciato la mia carriera professionale facendo illustrazioni a carattere horror per la White Wolf e la loro linea World of Darkness (Mondo di Tenebra, in italiano) ed avevo pubblicato un paio di libri quando fui notato da Shannon Eric Denton che all'epoca lavorava come editor per la DC\Wildstorm.

Mi propose il lavoro su alcune copertine per una miniserie, un crossover tra X-Files\30 Giorni di Buio e poco dopo, mi chiese di fare alcune prove sul personaggio di Kratos, perché c'era in mente di associare un fumetto al lancio di God of War 3 che sarebbe uscito di lì a poco. Lo stile della graphic novel è figlio di quelle illustrazioni che facevo all'inizio della mia carriera perché la Sony voleva che l'albo avesse esattamente quell'aspetto. Fu un lavoro piuttosto lungo e meticoloso, al quale lavorai con la supervisione del grande Cecil Kim, dello Studio Santa Monica. Un parto creativo durato un anno e pubblicato con cadenze bimestrali negli Stati Uniti. Fortunatamente, con I,Vampire sono tornato al bianco e nero tradizionale che è uno stile che mi è molto più congeniale e che mi ha fruttato un pò di popolarità e apprezzamenti negli USA, quindi tutto
quello che mi vedrete fare in futuro avrà probabilmente questo stesso approccio.

Dopo la conclusione della miniserie dedicata a God Of War, e con la chiusura della Wildstorm, il passaggio alla DC Comics credo sia stato quasi naturale. A che punto sei stato coinvolto nella
preproduzione e nel lancio di I, Vampire?

una suggestiva tavola
tratta da I, Vampire # 14
Mi ricordo che, visto il modo positivo con il quale era terminato il lavoro su GoW, l'editor Ben Abernathy, che all'epoca spaziava tra lavori sia Wildstorm che DC, mi propose per un paio di serie legate ad altri videogiochi ma che, per un motivo o per un altro, non spiccarono il volo. La svolta è avvenuta un paio di mesi dopo la chiusura di God of War quando gli mostrai alcune tavole in bianco e nero, molto noir, sulle quali stavo sperimentando. Mi disse che agli uffici DC erano rimasti tutti molto entusiasti del lavoro e, circa due settimane dopo, la conferma delle sue parole venne dal fatto che fui contattato da Eddie Berganza (Group Editor alla DC) che mi spiegò che avevano intenzione di utilizzarmi per una serie facente parte di una 'molto importante iniziativa editoriale'. All'epoca (credo fosse Maggio del 2011) nessuno sapeva dell'idea dei 'New 52' e di quanto successo la cosa avrebbe avuto, ma accettai ovviamente senza pensarci due volte.

La serie era I,Vampire e mi avrebbe tenuto impegnato per circa un anno e mezzo prima dello
spostamento su Green Arrow.

Dopo una ventina di numeri la serie è giunta alla conclusione, una chiusura forse inevitabile in un panorama fumettistico affollato come quello statunitense soprattutto se si considera che si tratta di un titolo “minore”. Come hai accolto la notizia della chiusura?

Ho saputo della chiusura circa 3-4 mesi prima del pubblico, più o meno nello stesso periodo nel quale mi proposero di lavorare su Green Arrow. E' stato un pò come doversi scontrare con la cruda realtà dei 'numeri' per quanto riguarda il mercato americano. 

Trattandosi di una serie piuttosto defilata dall'universo DC (anche se, come vedrete, le contaminazioni e le partecipazioni da parte di altri illustri esponenti delle testate DC Comics non mancheranno) ci sono state molte meno pressioni dal punto di vista editoriali e io e Josh Fialkov siamo riusciti a dare alla storia un taglio molto personale, tanto da considerare la serie come 'figlia nostra' (cosa che in genere succede più che altro per i titoli Vertigo). E' stato triste sapere
della chiusura (anche se ormai non ci lavoravo più), ma credo che io e Josh possiamo ritenerci soddisfatti di aver raccontato una storia con le premesse e i modi che volevamo e l'apprezzamento e l'affetto che ha ricevuto in America ha decisamente ripagato tutti gli sforzi fatto per produrla.


Spettacolare doppia tavola
tratta da I, Vampire # 7
In ogni caso tu sei ormai proiettato verso un nuovo, prestigiosissimo incarico: Green Arrow. Una serie che, anche grazie al successo della serie televisiva, è decisamente sotto i riflettori. Con quali propositi sei diventato il nuovo disegnatore regolare di questa serie?

E' stato a luglio dell'anno scorso. Jeff Lemire mi contattò tramite Twitter per una chiacchierata, dicendo che era rimasto colpito del mio lavoro su I,Vampire e che il mio stile 'dark' gli sembrava
perfetto per una serie a carattere 'crime' e dai toni noir. Ci scambiammo un paio di complimenti e terminammo la chiacchierata con una promessa reciproca di lavorare assieme in futuro. Era piuttosto chiaro che Jeff avesse già qualcosa in mente e infatti, un paio di settimane dopo, mi disse che gli era stato proposto di lavorare ad un progetto a lungo termine su Green Arrow che, con la serie TV che produceva ottimi ascolti, aveva bisogno di una spolverata e di un'identità molto più precisa. 

Feci le consuete 3-4 tavole di prova quando ero ancora sul numero 14 di I,Vampire e, subito dopo aver concluso l'albo saltai al numero #17 di Freccia Verde. 

E' davvero incredibile quello che Jeff ha pianificato per Oliver Queen e non vedo davvero l'ora che i lettori italiani possano cominciare a scoprire il nuovo mondo nel quale si muoverà Freccia Verde nei mesi a venire!

Green Arrow #17
copertina del numero che segna il
debutto della coppia Lemire/Sorrentino
alla guida della serie


Da un punto di vista stilistico mi sembra che tu sia in continua evoluzione, dallo stile iper-realistico di God Of War sei passato a quello nervoso e carico di neri (forse un po’ debitore di Jae Lee) di I, Vampire fino a raggiungere una sintesi molto diversa, più schizzata e sporca, di Green
Arrow. Mi spieghi a cosa è dovuta questa tua continua ricerca? 

diverse cose. Ad una continua ricerca artistica e voglia di migliorare e crescere, alle continue contaminazioni che ricevo anche solo sfogliando un fumetto e alla necessità di base, che tutti gli artisti dovrebbero avere, di cercare di trovare il modo migliore di narrare la storia sulla quale si sta lavorando. Il mio stile su I,Vampire è stato spesso associato a quello di Jae Lee e sarebbe ipocrita non riconoscere che si tratta di uno degli artisti che maggiormente mi ha influenzato
soprattutto nei primi momenti della mia carriera. 

La verità è che leggo e osservo molto e ci sono tantissimi artisti dai quali sento di aver attinto a piene mani. Da grandissimi artisti del Bianco e Nero come Frank Miller, Tim Sale o Mignola, ad artisti più figurativi come Brian Hitch o Lenil Yu. Inoltre, mi piace pensare che ci stia mettendo anche qualcosa di mio anno dopo anno.

In Green Arrow le cose non sono cambiate molto dal punto di vista delle matite, ma la chiara direzione editoriale era quella di rendere il lavoro molto più colorato, leggero e brillante, quindi abbiamo usato un approccio di colore completamente differente e ho cercato di spingere la regia delle scene verso qualcosa di più dinamico e frenetico.

Avevo un pò di apprensione per come i lettori negli USA avessero interpretato il modo in cui abbiamo usato i colori (soprattutto perché si tratta di un approccio non comunissimo per i fumetti d'azione americani) ma, fortunatamente, è stato un successo quindi seguiremo questa linea anche in futuro.

Qual è la parte più difficile dell’occuparsi di una serie mensile come disegnatore regolare?

Direi le scadenze, ma ho la fortuna di essere diventato abbastanza veloce da reggere i tempi mensili senza troppi affaticamenti. Invece una delle parti più mi ha dato mal di testa negli 
ultimi tempi è stata la consapevolezza che più un albo è 'centrale' nell'universo DC e maggiore è la diffusione che l'albo punta ad avere, maggiori sono le direttive editoriali. 

Ci sono layout e copertine piuttosto sperimentali nel mio lavoro su I,Vampire che sono impossibili
da usare in una serie che punta 'alla massa' come Freccia Verde. Il punto gira attorno al rapporto che si instaura tra editor e artista (o scrittore) e al giusto compromesso che si può raggiungere cercando di offrire una serie che possa essere allo stesso tempo sofisticata e di qualità, ma anche fruibile a lettori di tutti i tipi.
una tavola tratta da
Green Arrow  #17

Su Green Arrow lavori con Jeff Lemire, un autore molto apprezzato per la sua produzione indie ed entrato a pieno merito tra gli sceneggiatori più seguiti e prolifici della DC. Com’è il tuo rapporto con lui? Che tipo di difficoltà si incontrano quando si collabora con persone che si trovano dall’altra parte dell’oceano?

Partiamo dal fatto che prima di conoscerlo adoravo Jeff Lemire come scrittore. Ho seguito Sweet Tooth a lungo, ho amato la sua graphic novel 'The Underwater Welder' e sono rimasto davvero colpito dalla naturalezza e l'umanità di Buddy e Maxine Baker nella sua versione New52 di Animal Man. Quello che ho scoperto è che si tratta anche di un grande professionista e di una grande persona, che ama scrivere, disegnare, ma soprattutto ama  raccontare storie.
C'è molto di suo in quello che scrive ed, essendo lui stesso un disegnatore, ha molte idee per quanto riguarda grafica e approccio allo storytelling. In questo campo puoi imparare molto dalle persone con le quali lavori e da lui sto imparando davvero tantissimo.

Quando ci siamo sentiti via e-mail per concordare questa intervista mi hai detto che tuo fratello è proprietario di una fumetteria. Qual è il tuo rapporto con i fumetti e le Fumetterie?  E come è cambiato adesso che sei un professionista?

Mio fratello ha una fumetteria in provincia di Napoli da più di 10 anni, quindi posso dire di essere praticamente cresciuto in mezzo ai fumetti e di essermi fatto, in un modo o nell'altro, un'idea anche su come funziona il mercato del fumetto in Italia.

Nell'ultimo paio d'anni tendo a leggere materiale in lingua originale (soprattutto per tenermi al passo con il lavoro) ma non ho perso il piacere di collezionare le serie italiane (tra l'altro la RW
sta pubblicando praticamente tutto quello che esce negli States), quindi quando posso faccio un giro nella fumetteria di mio fratello e ne esco con buste piene di volumi. 

L'unica cosa cambiata è forse la frequenza con la quale riesco a prendermi un pò di tempo da passare in fumetteria o ad una fiera del fumetto. Nonostante mi faccia piacere il
contatto con il pubblico, lavorare su una serie mensile e su due cover al mese non mi sta concedendo molto tempo per altro.

Dopo Green Arrow, che spero ti impegni a lungo e con soddisfazione, di quali altri personaggi ti piacerebbe occuparti nel futuro?

Per Green Arrow i piani sono a lunghissimo termine. Spero che la serie continui a mantenere il
grado di apprezzamento che il pubblico ha dimostrato per questo primo numero perché mi piacerebbe riuscire ad andare avanti con Jeff per un bel pò. Per il futuro ci sono davvero mille cose sulle quali mi piacerebbe lavorare. Sarei scontato nel dire che mi piacerebbe fare almeno una run su Batman (insomma.. quale disegnatore non vorrebbe??), ma la verità è che qualunque personaggio, nelle mani dello scrittore giusto, può diventare un progetto molto stimolante. Al momento credo che mi piacerebbe lavorare a qualcosa di atmosfera su Aquaman, magari proprio con Jeff o con Josh Fialkov (lo scrittore con il quale ho lavorato su I,Vampire) che sono scrittori in grado di infondere una forte carica emotiva nei loro lavori. Mi piacerebbe anche qualcosa di
più particolare con scrittori come Matt Fraction o Mark Waid. E' un periodo davvero positivo per la creatività nel mondo del fumetto e, in generale, qualunque cosa mi proporranno, sono felice di farne parte. 


il Joker
nell'interpretazione decisamente molto dark
di Andrea Sorrentino

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