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CHIUDE WIZARD: INTERNET KILLS THE PRESS STAR?

Dagli archivi di Wizard
Wolverine e Superman di Kevin Maguire

Dagli USA giunge una notizia abbastanza triste, e altrettanto clamorosa, Wizard e Toyfare, due storiche testate informative dedicate rispettivamente al mondo dei fumetti e a quello delle action figure, cesseranno le pubblicazioni a partire da questo mese.

Fondata nel 1991 da Gareb e Stephen Shamus, Wizard è stata per anni, nonostante un apparato critico poco approfondito e asservito ai grandi editori, una guida imprescindibile per tutti gli appassionati lettori di comics mainstream, grazie soprattutto alle interviste esclusive agli autori, alle anteprime e alla guida alle quotazioni di mercato dei fumetti.

A partire da febbraio 2011 Wizard si reincarnerà in una seconda vita editoriale, trasferendosi sul web. Una trasformazione forse inevitabile in un mondo in cui la velocità di trasmissione dei dati e delle informazioni sulla rete è infinitamente superiore a quella di pubblicazione su carta e in cui i lettori possono trovare, comodamente seduti davanti al loro PC o IPad, tutte le informazioni di cui necessitano senza dover rigorosamente uscire di casa.

Prendo a balzo questa notizia per riflettere sullo stato di salute delle pubblicazioni cartacee anche nel nostro paese. Sull'editoriale di Film TV 46 del 2010, scrive il direttore Aldo Fittante: "Non so quanti lettori siano a conoscenza del tracollo che la stampa cartacea sta subendo in questo doloroso 2010. Dai più importanti quotidiani (Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa...) via via fino alle testate locali, passando per mensili e settimanali, il segno è stranegativo, con punte di 25/30% di perdite secche."


Una vera e propria emergenza, non c'è che dire. E il fumetto?
A nostro parere, se l'informazione, anche quella relativa alle nuvole parlanti fumetto, perde terreno, il fumetto per la sua stessa natura regge abbastanza bene il colpo. Quella di internet (e delle scan) non è ancora una concorrenza dannosa. In moltissimi, soprattutto tra i più giovani, ricorrono alle scansioni per leggere in anteprima le gesta dei loro eroi preferiti o per saggiare la qualità delle storie che avrebbero intenzione di acquistare; e spesso la lettura delle scan è solo l'anticamera di un acquisto successivo. Come spiegare altrimenti il successo di vendita per le serie manga più popolari (e dunque più scaricate) come Deathnote, One Piece, Naruto & co.?

Ben più temibile, a nostro parere, è la difficoltà di approccio alla lettura che molto spesso i fumetti riservano ai neofiti che sarebbero interessati a dedicarsi al piacere della lettura. Se la formula della Sergio Bonelli Editore si conferma la più amata dai lettori (albi autoconclusivi adatti a lettori vecchi e nuovi, con poca continuity e sempre meno storie a puntate) e risulta vincente quando viene mutuata anche da altri editori e in altre nazioni (una formula simile, non a caso, è quella adottata da Robert Kirkman per il suo The Walking Dead, ma anche da Mark Millar e John Romita J.R. per Kick-Ass due degli indiscussi campioni di incasso dello scorso anno), perde terreno il classico comic-book dalla durata infinita e sempre più spesso coinvolto in maxi-trame che lo accomunano a troppe altre uscite e che scoraggiano l'acquisto.

Sintomo di una scarsità di idee che spinge gli editori ad ancorarsi al portafogli di quegli appassionati che si sentono costretti a comprare tutto per non perdersi una virgola delle vicende dei loro eroi, più che tentare di raggiungere un pubblico più vasto e differenziato. Una politica editoriale che, a nostro avviso, nel tempo non ripagherà e che, anzi, già non produce frutti soddisfacenti adesso. Schiacciati nella concorrenza tra videogiochi, web e altri mezzi di intrattenimento, non c'è attualmente negli USA un comic-book che venda più di 100.000 copie (in un paese dove abitano più di 200 milioni di potenziali lettori). A dimostrazione, forse, che più del mezzo è la formula editoriale che mostra di non essere al passo coi tempi.




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